Outdoor Festival | Here, now - Opening Act
- Virginia Barchi
- 3 ott 2015
- Tempo di lettura: 2 min
02 Ottobre 2015, Venerdì
Ieri sera ho partecipato all'Opening Act dell'Outdoor Festival 2015, una manifestazione artistica che aveva lo scopo di far rinascere un luogo abbandonato come l'Ex Caserma di Via Guido Reni, a Roma. La manifestazione, aperta nei fine settimana del mese di ottobre, ospiterà musicisti ed eventi collaterali. Gli spazi abbandonati dell'Ex Caserma tornano ora a nuova vita attraverso l'arte.
Ogni stanza, ogni ambiente, presenta una o più opere d'arte che si integrano con pareti e pavimenti così da trasformare gli spazi in contenuto; un luogo non rimane un semplice contenitore ma entra a far parte dell'opera d'arte. Ogni artista occupa interamente ciascun padiglione dell'Ex Caserma in modo tale da far immergere completamente l'osservatore nell'arte. I muri sono tele, il pavimento è tela su cui l'artista ha posato del colore, dei vestiti o dei libri. Nel padiglione Italia invece, 2501, un artista milanese, ha creato la sua arte sul muro lasciando il pavimento a disposizione dei visitatori, in modo tale da completare essi stessi, utilizzando i suoi pennelli, la decorazione di quell'ambiente. In tal modo, il visitatore non rimane estraneo all'arte, può immergervisi e contribuire alla realizzazione di un'opera, può sentirsi parte attiva della rinascita di un ambiente urbano abbandonato.
Attraverso l'arte, esperienza del presente, un luogo appartenente al passato può trovare una nuova vita nel futuro. L'immersione è completa anche grazie alla continuità degli ambienti, data dalle porte aperte, che ti permette, pur rimanenendo in una stanza completamente bianca o decorata in ogni angolo, di scorgere un'altra realtà completamente diversa. Oltre ai colori, protagonista è anche la luce, capace di creare ambienti suggestivi ai quali il visitatore si affaccia, ma non accede, tramite dei cancelli. In una stanza lunga e stretta, ad esempio, col pavimento pieno d'acqua, un grande faro proiettava la luce sul muro in fondo; così, in un ambiente stretto e angosciante, il visitatore poteva calmarsi all'idea di avere di fronte l'immensità di un cielo che ospitava una luna piena. L'osservatore può interagire con l'artista ed entrare a far parte di un'opera; ciò trasmette un senso di serenità unico, la sensazione di essere vivi, di prendere parte ad un progetto urbano realizzato in un luogo da tempo inutilizzato. La consapevolezza che tutto ciò non durerà più di un mese influisce negativamente su questa serenità ma spinge i giovani a prenderne parte e ad assorbirne tutti i colori, la luce, l'arte, spinge a tornare e riempirsi l'anima di tutto ciò, per le esposizioni e per ciò che questa manifestazione rappresenta, soprattutto in un quartiere come il Flaminio, che è rinato con il MAXXI ma che prima era spento e silenzioso, se non fosse per la musica dell'Auditorium.
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