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La cima - The Top

  • Immagine del redattore: Virginia Barchi
    Virginia Barchi
  • 2 dic 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

24 Agosto 2015, Umbria

Un luogo sconosciuto, per lo più, un luogo pacifico. Un luogo accessibile solo a piedi, ripido, un luogo così. Un luogo solitario. Una distesa di erba, una distesa di erba e fiori viola, che non me ne intendo di fiori ma sembravano fiori di montagna. E la farfalla che si mimetizzava, che ci abbiamo messo una vita per metterla a fuoco.

Un luogo dove pensare, riflettere più che pensare, un luogo da raggiungere per poi accorgersi che era tutta una metafora. La camminata per raggiungere quella vetta, che poi una vetta non era, il passaggio stretto, dovevi stare attento a non scivolare sulle pietre che segnavano la strada. Sotto era solo sprofondo. Il fianco ripido di quell’altura e la sicurezza del piano che raggiungevi in cima. Le foto che non rendono l’idea di quanto fosse alto, di quanto fosse ripido. La pioggerella di fine agosto, così piacevole seppure inaspettata, così inaspettata, eppure piacevole. Il vestito coi fiori, viola come quelli trovati lì.


Riflettere, dicevo, più che pensare. A ciò che è più grande di noi, alla meraviglia delle piccole cose, a quanto basti poco per allontanarsi da tutto e da tutti. Al telefono che non hai intenzione di tirare fuori, quel tempo che ti prendi solo per te, per assaporare l’aria, per ascoltare anche i più piccoli rumori. Le fotografie che scatti, gelosa di quel magnifico angolo di mondo che hai scoperto, gelosa di quelle sensazioni.



Eppure così orgogliosa di esserti concessa un momento così per te, per te soltanto. Eppure così contenta di aver avuto la possibilità di imprimere quel ricordo, a modo tuo, tramite una fotografia. Le risate con le amiche, che poi che bella giornata abbiamo passato, le curve per salire con la macchina; mi piace troppo guidare, mi rilassa.


I colori che sembravano spenti sotto quelle nuvole, eppure quel raggio di luce è uscito fuori alla fine, l’arcobaleno prima di andare via, su uno sfondo completamente grigio. E chissà dov’era la persona più vicina, e chissà se conosce questa pace.


Se urlassimo chi ci sentirebbe?



"A place unknown to many, a peaceful place. A place approachable only by feet, solitaire, covered by grass and purple flowers, with butterflies that camouflaged so well we spent a lot of time trying to focus them. A place where to meditate, a place to reach just to discover it was a metaphor, that the walk was like a process we needed to get through to reach a higher level, spiritually.

Photographs do not represent very well how much high was that hill, how much it was steep. The tipical august drizzle, so nice even if unexpected. We meditated more than thinking. Meditating about something bigger than us, about the wonder of small things, thinking about how easily we can escape from everything. You spend that time to be alone with yourself, to catch a perfect moment with your camera, gelous of the beautiful place you discovered, gelous of the feelings you are going through. That day was special, laughs with friends, trying to catch special moments and colors with our cameras. Colors seemed to be sad under the clouds but at end a sunbeam came out and before we walked back to the car, the sky created a little rainbow. It was beautiful."


 
 
 

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