Il Cielo - The Sky
- Virginia Barchi
- 16 dic 2015
- Tempo di lettura: 2 min
“E lasciati sorprendere dall’immensità del cielo
in cui incuranti e mutevoli
le nuvole sospese
cambiano i colori
per offrirti lo spettacolo del tempo”.
Ho scritto questa frase in una giornata di sole in cui le nuvole ovattate punteggiavano il cielo azzurro eppure, i momenti di massima ispirazione mi travolgono la sera, al tramonto. Il tramonto è una delle cose che più mi piace fotografare quando rivolgo l’obiettivo alla natura. Mi piace così tanto perché è malinconico, è così suggestivo da rievocare ricordi felici e travolgenti emozioni della giornata trascorsa. Il tramonto, il cielo in generale, è un soggetto fugace; talvolta non si fa in tempo a mettere a fuoco o a regolare la luce che lo scenario ha subìto un cambiamento, seppur minimo, tale da impedirti di cogliere l’attimo per cui hai acceso la macchina fotografica. Il cielo è variegato, mutevole, pieno di colori, talvolta privo di qualsiasi elemento interessante.
Come i bambini che cercano di associare la forma di una nuvola ad oggetti concreti, creature magiche o animali, così io mi diverto a studiare i giochi di colori e le sfumature che si creano al tramonto. D’altronde il termine “fotografia” vuol dire proprio imprimere, scrivere, registrare su una superficie sensibile, la luce che attraversa un sistema ottico.
Mi piace studiare gli oggetti in controluce, la loro sagoma li rende puliti, lineari, senza imperfezioni. Le ombre mi affascinano. Sono così silenziose, così lineari, così plasmabili in base alla luce. Le ombre mi intrigano; sono illusorie, creano prospettive destabilizzanti e figure nuove, perché avvalendosi delle due dimensioni fondono cose lontane tra loro. Riescono a plasmare la realtà, il ché non è bene, creando giochi di luci e disegni nuovi.
Il tramonto che preferisco più immortalare è quello di Roma, città che ha molti punti panoramici da cui si gode una vista spettacolare, ma che regala tramonti suggestivi un po’ ovunque, nei parchi, nelle vie del centro, sul Lungotevere. Roma al tramonto è unica, è una bolla di sapone in cui tutto sembra meraviglioso, in cui sembrano sparire i difetti che ha.
Mi piace il sole quando si nasconde, creando ombra sugli oggetti prima interamente esposti, mi piace il sole quando cala, lentamente, lasciando agli occhi il piacere di godere dei colori che regala. Mi piace il sole quando si riflette sulle vetrate dei palazzi, quando, nascosto dietro le nuvole, emana raggi che si irradiano verso il basso. Ma soprattutto mi piacciono le nuvole, che si vestono della luce del sole, che si cambiano in seguito a degli spostamenti, quasi stessero giocando in un immenso prato azzurro, rincorrendosi e mascherandosi. Talvolta le nuvole sono in grado di suscitare la calma, con i loro margini arrotondati appaiono soffici e delicate, talvolta, quando si dispongono a formare uno schieramento, o quando assumono colori poco vivaci, sono capaci di suscitare turbamento e stati d’animo contrastanti.
“Impercettibili, quasi, i movimenti delle nuvole dettati dal vento.
Irraggiungibili, sembra, ed inafferrabili, ma così malleabili.
Mutevoli, senza una forma, senza sostanza, portano pioggia ed i problemi che ne derivano; assomigliano a molte persone, ma le persone non si allontanano con un soffio di vento.”
Ti sovrasta, ti suggestiona, ti domina portandoti ricordi sepolti da tempo, ti domina portandoti ricordi felici, momenti fugaci, emozioni passate, ti domina, psicologicamente, ti influenza,. Mi capita spesso di avere un pessimo umore per via di un cielo nuvoloso; il cielo mi controlla come fossi un burattino. Mi affascina, mi emoziona, mi coinvolge, estraniandomi dalla realtà, estraniandomi talvolta anche da me stessa; mi trattiene, spesso impedendomi persino di scattare una fotografia, mi attira con una forza inaudita.
Continuerò a fotografare il cielo per potermici immergere ogni volta, nella ricerca di risposte che non possiedo, nel tentativo di ricercare un attimo di calma interiore.
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