Rapporti malsani - Unhealthy relationships pt. 1
- Virginia Barchi
- 17 feb 2016
- Tempo di lettura: 4 min
Oramai viviamo di insani rapporti, relazioni dai bordi frastagliati, non ben definiti. Viviamo relazioni instabili, amicizie intime, contrastanti rapporti, amori fugaci, passionali, espressi in una notte, amicizie silenti, che se iniziassimo a dirci tutto quello che c'è da spiegarsi, probabilmente finiremmo col piangerci addosso e ridere, inizieremmo a SXLLM
ribaltare tavoli, a lanciare tazzine, graffiarci la pelle. Viviamo rapporti conflittuali con chiunque ci ami, perché sarebbe troppo facile non complicarci la vita da ventenni.
Viviamo amori blandi, amicizie intime più forti delle relazioni in cui decidiamo di tuffarci senza freni, con il vino nel corpo e la libertà nell'anima. Viviamo rapporti malsani fatti di baci sotto casa, che capovolgono gli equilibri di amicizie stabili. Fingiamo di non esserci fatti niente, sia quando spingiamo oltre i limiti per farci del bene, per darci un sollievo, per toglierci uno sfizio, sia quando spingiamo oltre i limiti per erigere muri del silenzio. Sconvolgiamo gli equilibri del silenzio preparando battaglie, pronti ad abbattere i muri che arginano le nostre idee basate sui presupposti sbagliati.

Ci dividono treni e confini regionali, ci dividono aerei e confini nazionali. Viviamo amicizie di una cena, abbracci di una vita, sorrisi familiari e baci peculiari. Viviamo relazioni futili pur consapevoli di voler riporre il nostro miglior tempo negli amici di una vita, senza impegnarci nel trovare qualcuno di nuovo per cui valga davvero la pena spendere il tempo che abbiamo. Viviamo alla costante ricerca di novità che non arriveranno in fretta come speriamo che arrivino, che non ci stupiranno tanto quanto speriamo ci stupiscano, che non si tratterranno tanto quanto speriamo abbiano piacere di intrattenersi in nostra compagnia.
Viviamo alla costante ricerca di realizzare il sogno della notte perfetta, alla ricerca della felicità istantanea, che si imprime subito su pellicola, che è già pronta da esporre, senza rischiare nel brivido di qualcosa il cu
i prodotto possa svilupparsi con calma nel tempo. Acquisiamo scatti di vita in digitale, pronti a cancellarli se non soddisfano i nostri stupidi schemi mentali, senza essere disposti ad aspettare mesi per sviluppare ed elaborare i ricordi, per apprezzarne la stampa a distanza di tempo. Quel tempo necessario a comprendersi appieno, quel tempo necessario a conoscersi davvero, quel tempo necessario a maturare in noi qualcosa che vada oltre l'attimo, qualcosa che si protragga per più di una sera.
Viviamo incapaci di esprimere a parole quello che proviamo, incapaci di trovare il tempo necessario per cercare le parole adatte, che per ogni emozione ci sono parole più adeguate, finendo per dirci sempre le stesse cose, finendo per approssimare per difetto o per eccesso, finendo per esporci troppo o troppo poco, finendo per dare ad ogni rapporto la stessa piega.
Ogni persona ha la sua storia, l'incontro di due storie, diverse tra loro, porta a risultati sempre diversi. Si sta insieme per un motivo, si rimane vicini per altri, ci si allontana per futili fraintendimenti, o semplici inespressi chiarimenti. Viviamo nel disperato tentativo di trovare la perfetta apparenza in chi probabilmente non ha nulla da offrirci, pur di illuderci che possiamo essere felici, pur non sapendo, o pur non volendo sapere, o pur non volendo ammettere, che ci sono ben altre cose, oltre l'apparenza, che è necessario, o piuttosto doveroso, ricercare in coloro ai quali decidiamo di affiancarci, ai quali decidiamo di dedicarci.
Viviamo di frasi da copione, di citazionii tratte da Internet, senza offrire l'impegno di un pensiero da noi formulato. In questo modo anche le storie più vere cadono nel banale, anche le amicizie più sentite rientrano in cataloghi da supermercato. Così le foto importanti si affiancano a frasi da manuale, la parola "amico" è estesa anche al figlio del giardiniere della casa al mare, al panettiere di nonna e al cugino del portiere. Così gli amici si contano con le foglie di un albero piuttosto che con le dita di una mano, e i valori importanti vanno a puttane.
Viviamo di impercettibili frasi sussurrate al vento per non farci sentire, di frasi sussurrate al contrario per non farci capire, di semplici segni di consenso, di sguardi imperscrutabili, di gesti incomprensibili. Viviamo di linguaggi variegati e diversi modi di esprimersi, diversi modi di interpretare, diverse unità di misura, diverse regole di scrittura. Finiamo così per fraintenderci, o per comprenderci solo in parte e quando tutte le porte son chiuse e rimaniamo a guardarci negli occhi, non riusciamo a capire se stiamo parlando la stessa lingua, o stiamo continuando a viaggiare su rotte diverse. Nell'ipotetico caso in cui riusciamo ad intenderci quel poco che basta per agire l'uno verso l'altro, rischiamo di rimanere immobili ancora un istante, per paura di compiere un gesto di troppo, per rompere quella fragile o apparente armonia che scaturisce dalle attrazioni reciproche, per paura di rompere quei fragili equilibri così difficilmente stabilitisi.
Continua...
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We live in unhealthy relationships, made of jagged edges, not well defined. We live in unstable relationships, close friendships, conflicting reports, fleeting love affairs, passionate, expressed in one night, silent friendships. If we start to tell us everything there is to explain, we would probably end up crying or laughing, we would start overturning tables, throwing cups, scratching our skin. We live conflicting relationships with anyone who loves us.
We live bland loves, intimate friendships stronger than the relations in which we decide to dive in without brakes, with wine in our bodies and freedom in our soul. We live unhealthy relationships made of kisses tipping the balance of enduring friendships.
Trains and regional boundaries divide us, planes and national boundaries divide us. We live dinner-lasting friendships, life-lasting hugs, familiar smiles and peculiar kisses. We live in constant search of innovations that will not arrive as quickly as we hope they will, that will not marvel us as much as we hope they will.
We live in constant search to achieve the dream of the perfect night, in search of instant happiness, ready to be exhibited, without risking the thrill of something whose product can develop slowly over time. We acquire shots of life in digital, ready to delete them if they do not meet our stupid thinking patterns, without being willing to wait months to develop and process the memories. We are not able to wait the time needed to fully understand, necessary to really know each other.
We live unable to express in word what we feel, unable to spend some time to find the right words; for every emotion there are more appropriated words- We end exposing ourselves too much or too little, giving to each relationship the same fold.
Going on this way means that even true stories fall into banality, even the deepest friendships become something common. So the word "friend" is also extended to the son of the gardener of our beach-house or to the baker of our grandmother. So, going on this way, friends can be counted with the leaves of a tree rather than with the fingers of one hand, and the important values go to hell.
We live of imperceptible sentences whispered to the wind, of sentences whispered on reverse side and incomprehensible gestures, so nobody can understand us. We live speaking different languages and different units, different rules of writing. We end up misunderstanding each other, or understanding just a few.
In the hypothetical case in which we can speak the same language just enough to act toward each other, we risk to stay still for a moment, for the fear we have to break that fragile or apparent harmony that flows from the mutual attractions, for fear of breaking the fragile balance so hardly settled .
To be continued...
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