Amicizie dettagliate
- Virginia Barchi
- 22 ago 2017
- Tempo di lettura: 1 min

Presero posto l'una accanto all'altra, abbandonandosi al piacere della vista che quel lido regalava loro, senza cercare grandi interrogativi dentro loro stesse, senza struggersi nella ricerca di risposte che sarebbe stato arduo trovare. Presero posto l'una accanto all'altra; per quel momento sarebbe stato sufficiente.

L'ordine di quelle righe adagiate sul tessuto di quella camicia stropicciata rendeva bene l'idea dei loro caratteri. Semplici dettagli a cui nessuno avrebbe badato, storie piccole come alcuni dei loro nei, condivise distrattamente nelle lunghe notti di confidenze rilassate. Il silenzio di quel mare increspato, come un naso che si arriccia nel gesto di spingere un po' più in alto gli occhiali, o nel creare un'espressione di incomprensione, sarebbe stato un mezzo efficace per rappresentare, astraendole dall'astrazione, le loro scelte, che per quanto pacate avevano visto turbolenti tormenti interiori.

"Conosco ogni angolo di me, anche se talvolta di taluni mi dimentico. Conosco ogni angolo di me e talvolta non vorrei; per potermi immaginare migliore anche per lo spazio di pelle che occupa un polpastrello. Se non migliore, anche solo più bella. Conosco ogni angolo di me, difetti compresi, anche se talvolta, me ne dimentico, e tutti quei difetti mi tornano all'occhio, nell'ora del bagno quando mi svesto dei tessuti e mi ricopro dell'insoddisfazione che, come fosse un'altra versione di me stessa, mi si avvicina nel vedermi nuda e poi riflessa; doppiamente imperfetta."
Ipotesi di un'emozione, ispirata a La tinozza, Edgar Degas Musée d'Orsay, Parigi (Pastello, 60x83cm)
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